Riforma 231: nuovi scenari per i controlli interni e il ruolo dell’Organismo di Vigilanza
La recente proposta di riforma della normativa sulla responsabilità degli enti, oggetto dell’intervento pubblicato sul Sole 24 Ore a firma di Antonio Iorio e Valerio Silvetti, affronta un nodo cruciale per la compliance aziendale: l’integrazione e la definizione dei controlli interni nel modello 231.
Il punto critico: cosa si intende per “controlli interni”?
Il disegno di legge propone l’introduzione dell’obbligo di “descrivere il sistema dei controlli interni” all’interno del modello 231. Tuttavia, la mancanza di una definizione normativa chiara potrebbe generare ambiguità e rischi interpretativi.
È infatti fondamentale distinguere tra i sistemi di controllo adottati in ambito volontario (certificazioni ISO, sistemi di qualità, anticorruzione ecc.) e quelli previsti in maniera cogente dalla normativa vigente. Il riferimento deve essere limitato ai controlli obbligatori, pena il rischio di una sovrapposizione non coerente con la finalità del modello 231.
Verso una compliance integrata
Nel contesto attuale, in presenza di più sistemi di controllo, si parla sempre più di compliance integrata, ossia della capacità dell’organizzazione di armonizzare i controlli per evitare duplicazioni, inefficienze e confusione di ruoli. Tuttavia, la riforma richiede un salto di qualità: chiarire quali controlli vanno effettivamente integrati nel modello 231 e con quali modalità.
Implicazioni dell’organismo di vigilanza
Il nuovo assetto impatterà anche sul perimetro d’azione dell’Organismo di Vigilanza (OdV), che sarà chiamato a vigilare sull’efficacia dei controlli descritti. Ma se questi comprendessero anche attività non obbligatorie, l’OdV rischierebbe di essere sovraccaricato da compiti non pertinenti.
Una definizione troppo ampia o generica dei controlli interni comporterebbe un appesantimento operativo, senza reali benefici in termini di prevenzione dei reati. Al contrario, un chiarimento normativo puntuale permetterebbe all’OdV di concentrarsi sulle aree realmente sensibili, con maggior efficacia nel presidio del rischio.
Conclusioni
Come sottolineato nell’articolo di Valerio Silvetti condiviso sul Sole24Ore, la riforma può rappresentare un’occasione per migliorare il coordinamento tra sistemi di controllo e rafforzare l’operatività dell’OdV. Tuttavia, è necessario che il legislatore intervenga in modo puntuale, evitando sovrapposizioni e ambiguità interpretative.

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Link utile: Riforma 231, da perimetrare il rinvio ai controlli interni
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